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CAL2011 - FEB




Globo terrestre - Opera in cartapesta su supporto ligneo (Biella, proprietà provata)

Nel 1882, pochi mesi dopo la morte di don Bertetti, gli eredi presentarono alla ”Esposizione Generale dei prodotti del Circondario di Biella” alcune sue opere, tra cui un globo terrestre in cartapesta, iscritto nella categoria “Arredi di scuola e lavori scolastici”.
È molto probabile che il mappamondo sia stato creato da don Vitale per essere utilizzato durante le sue lezioni e rendere più partecipi gli alunni che, al di là dell’epoca storica in cui sono vissuti, hanno sempre avuto bisogno di stimoli per essere maggiormente invogliati allo studio. Ad oggi il globo, ancora funzionante nella rotazione sul suo asse, rimane l’unico lavoro in cartapesta conservato. Abbiamo però sicura memoria del fatto che, dello stesso materiale, don Bertetti realizzò anche un san Luigi e una Sacra Famiglia, anch’essi esposti alla fiera del 1882 nella categoria “Scultura”. Ma sicuramente la produzione di cartapesta dell’autore doveva essere molto cospicua.
Nell’edificio delle vecchie scuole elementari di Tollegno, in uso con questa destinazione fino agli anni ’30 circa del Novecento (poi sede della Comunità Montana), esisteva un gruppo di statue, oggi irreperibile, dal titolo “Sinite parvulos venire ad me”. Le dimensioni del manufatto dovevano essere rilevanti, a grandezza quasi naturale, poichè gli alunni, narravano Augusto Ferro e Luigi Cinguino (classe 1915), erano soliti utilizzare il capo dei personaggi come appendino dei loro berretti. È probabile che quest’opera fosse però di stucco e non di cartapesta, come la maggior parte dei lavori di una certa dimensione che ci sono pervenuti.


La cartapesta è una tecnica artistica antica, conosciuta fin dal ‘500. La grande versatilità del materiale, morbido, plasmabile, e soprattutto di poco costo, bene si prestava alla realizzazione di svariati oggetti e statue, talvolta dipinte ad imitazione di quelle in legno.
La si realizzava con carta e stracci intrisi di colla di farina, materiali poveri che Bertetti, fin dalla sua giovane età, aveva potuto trovare molto facilmente in casa. Il padre Giuseppe infatti era proprio un fabbricante di colla, mentre la madre, Agata Ferro Bianca, una contadina tessitrice.