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La mappa catastale del 1794
Storia della mappa
La “Mappa Regolare di tutto il Territorio della Comunità di Tollegno”, datata a Graglia il 13 gennaio 1794, è realizzata su carta tela e misura cm 100x475. Recentemente restaurata dai frati certosini della Novalesa (TO), la mappa era già stata oggetto di restauro nel 1978.
Si tratta della prima rappresentazione grafica del territorio di Tollegno e, proprio per questo, va considerata come un documento di fondamentale importanza per la comprensione della storia urbana, ambientale e sociale della comunità.
Si deve inquadrare l’origine della mappa nell’intento del governo sabaudo di “rinnovare l’allibramento, ed il Cadastro, con una misura Genarale” di ogni località del regno che non ne possedeva di completi e affidabili. La mappa tollegnese, come tutte quelle realizzate in quel periodo, è quindi la parte maggiormente evidente di una più ampia attività di rilevamento catastale, ossia uno strumento di rappresentazione finalizzato a una più efficace, aggiornata ed equa (almeno secondo i presupposti dell’epoca) applicazione del carico fiscale.
La mappa generale geometrico-particellare rispetta i parametri di rilevamento e di rappresentazione tipici della cartografia zenitale, ossia la “veduta” appare esattamente perpendicolare su ogni punto del suolo, secondo la concezione tecnica diffusasi ed affermatasi in Europa fin dai primi decenni del XVIII secolo. Non vi sono quindi accenni prospettici per gli edifici nè compaiono indicazioni altimetriche di sorta, ovvero tutto il territorio appare “appiattito” su di un’unica quota. La scala è quella dei “70 trabucchi col diviso”, cioè 1:1685 circa.
Contrariamente a quanto avviene nella cartografia moderna non è il nord a essere il punto cardinale di riferimento. L’orientamento risulta identico, ma è il sud a essere indicato con una fronzuta e ondulata grossa freccia che porta al vertice la lettera “M”, che sta per “Meridione”.
Quasi alla fine del Settecento Tollegno non possedeva un catasto affidabile. Il precedente rilievo catastale era stato compilato nel 1689 dal geometra Gambarova in seguito a misurazioni effettuate nel 1677 e da allora mai più aggiornato.
Così, nel marzo 1776, l’Intendente della Provincia di Biella, cav. Ghilini, affidò il compito di colmare la lacuna tollegnese al geometra misuratore saglianese Giovanni Antonio Bussetti, sia per l’impianto dei registri catastali sia per la realizzazione della mappa, la vera novità dell’iniziativa.
L’attività di misurazione ebbe inizio il 13 settembre 1776, partendo dalle zone del paese al confine con Biella e proseguendo verso nord lungo i margini del territorio. Il Bussetti condusse il lavoro con l’aiuto del fidato “trabuccante” (cioè l’addetto pratico all’uso dell’asta lunga un trabucco necessaria per la misurazione diretta delle distanze) Andrea Ramas.
A contorno definito, in procinto di misurare le singole pezze interne al territorio, a più di due anni dall’affidamento dell’incarico e già oltre i termini contrattuali di consegna, il geom. Bussetti morì. Era il 1780.
Nel 1787 il compito di completare il lavoro fu affidato a Stefano Pietro Bussetti, nato a Sagliano nel 1766, nipote del defuto Giovanni Antonio.
Non potendo il nuovo misuratore avvalersi della fidata collaborazione di un trabuccante capace come era stato il Ramas per suo nonno, reclutò due “persone cognite, e pratiche di campagna” tra gli abitanti di Tollegno: Francesco Coppa e Germano Germanetti. La misurazione quindi proseguì, ma non certo senza difficoltà e dissapori tra l’Amministrazione Comunale, insoddisfatta del lavoro eseguito, e il professionista.
Nel 1790 i lavori erano ancora lontani dall’essere conclusi e il nuovo Intendente, cav. Rubatti, decise di affiancare al giovane Bussetti un agrimensore più esperto. Si trattava del geometra Antonio De Stefanis di Graglia.
Finalmente nel 1791 la coppia Bussetti-De Stefanis produsse per l’Intendenza la prima mappa di Tollegno (oggi non più reperibile). Quella conservata presso il Municipio è la copia destinata al Comune di Tollegno che fu consegnata solo tre anni dopo (datata a Graglia in ragione della presenza del De Stefanis).
Dalla mappa “grande” fu poi ricavato il “libro disegnato” o “campagnolo”, ovvero un volume di raccordo tra la semplice cartografia e il catasto vero e proprio. Il territorio appare quindi segmentato e per ogni porzione sono indicati i “particolari”, cioè i proprietari delle pezze, e il loro “estimo”, cioè la rispettiva tassazione ricavata in base alla superficie posseduta e alla natura del suolo. La numerazione delle pezze o “particelle” (circa 3000) rimase in vigore a Tollegno fino alla realizzazione del Nuovo Catasto Terreni negli anni ’50, così come la mappa (con il “campagnolo”) fu considerata attendibile e fidefacente fino all’introduzione della nuova catastazione.
A titolo di curiosità si segnala che nell’Archivio Parrocchiale di Tollegno si conserva il “Cabreo de’ beni della parrocchiale di San Germano di Tollegno ad uso del M.° I.lle e M.° Reu.do Sig.r Don Bartolomeo Gallo Preposto della medesima e dei suoi successori pro tempore”, datato a Tollegno il 26 giugno 1794. E’ una selezione specifica (riferita alle proprietà parrocchiali) tratta dalla rappresentazione generale del territorio tollegnese redatta dal medesimo Stefano Bussetti e perciò realizzata con le stesse caratteristiche grafiche e cromatiche.
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